Questa è una delle tantissime cose che ho imparato nei mesi a Trieste.
E' stata la lezione n° 1: "Non dire mai Friuli se intendi la regione".
Sotto questa "punta", ho scoperto un iceberg infinito di storia, avvenimenti, popoli, idee ed ideologie, lingue e paesaggi a me sconosciuti.
E' stata un' esperienza grandiosa. Ho imparato tanto sia professionalmente, sia riguardo ad un territorio unico ed affascinante.
Da quando son tornata a Roma, mi manca tanto uscire con i colleghi delle immagini per scoprire luoghi e raccontare storie; mangiare in ristoranti tipici e sentirmi salutare con "mandi".
Dal mare alle Alpi Giulie in poco tempo, dall'Italia alla Sloveni in una pausa pranzo. Che mesi meravigliosi...
Ho raccontato di tutto: dallo sport a drammatiche notizie di cronaca, dal problema dell'immigrazione alle feste ferragostane... ambiente, colore, politica, economia... perché nei telegiornali regionali non ci son le redazioni tematiche e se, da un lato, questo non consente una specializzazione, per me era una giostra di emozioni e lezioni da vivere. Una fonte inesauribile di stimoli.
Ora sono a Roma, al Tg1, nella redazione coordinamento: l'avamposto della messa inonda; il luogo dell'ordine e della organizzazione, cuore pulsante del telegiornale dove ciò che fa la differenza è la capacità di controllare ogni passaggio e non l'estro creativo o la capacità di narrativa.
Non credo di essere la persona giusta al posto giusto. Agli occhi di tutti è un incarco di gran prestigio. Io mi sento più o meno così:
Però devo anche considerare che ho ottenuto ciò per cui ho lottato da sempre: ho coronato un sogno. Sono una privilegiata ed il fatto di non coprire, attualmente, un incarico in cui riconoscermi non deve diventare un problema, ma esser vissuto come un ulteriore passaggio di questa mia tortuosa crescita professionale.